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Grazie all’impegno di padre Matteo Pettinari, dal settembre 2021 il Centro Sanitario ‘Giuseppe Allamano’ gestito dai Missionari della Consolata a Dianra Village dispone di una banca del sangue.
I 140 chilometri di strada che separano Dianra Village dall’ospedale di Korhogo rendevano difficoltoso per i pazienti in gravi condizioni ricevere le cure e le trasfusioni di sangue di cui avevano bisogno.
Le trasfusioni di sangue sono essenziali per curare l’anemia, una complicanza grave della malaria, e rappresentano, specialmente per i bambini, un intervento fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza.

Con 15€ è possibile donare una trasfusione.

Con questa cifra si coprono le spese per la sacca di sangue, il suo trasporto dall’ospedale di Korhogo al centro sanitario di Dianra, l’ospedalizzazione del paziente, la trasfusione e le analisi di controllo dei valori.
Il missionario referente è padre Raphael Ndirangu.

Padre Matteo aveva spiegato nell’aprile 2023 alla rivista Missioni Consolata il lavoro che si fa a Dianra Village grazie alla banca del sangue

Malaria e anemia, la banca del sangue di Dianra

La malaria porta con sé diverse complicanze, che sono più gravi nei bambini e neonati, nelle donne incinte e nelle persone anziane. Fra queste c’è l’ipoglicemia, una riduzione patologica dei livelli di glucosio nel sangue, che dà sintomi come sudorazione, tremori, debolezza e, quando è grave, anche confusione, convulsioni e coma.

C’è poi l’anemia che si manifesta perché il parassita invade i globuli rossi per riprodursi e ne provoca la distruzione. Nei casi di anemia grave, spiega il dottor Stéphane Gnanago – medico del centro di salute Joseph Allamano gestito dai Missionari della Consolata a Dianra, in Costa d’Avorio – la distruzione dei globuli rossi determina un ridotto «apporto di ossigeno agli organi e ai muscoli e può portare a insufficienza respiratoria, collasso cardiocircolatorio e arresto cardiaco».

In contesti come quello di Dianra, uno dei motivi dell’aggravarsi degli effetti della malaria, come l’anemia, è la reazione tardiva da parte dei pazienti: «Le famiglie portano i bambini al centro di salute solo all’ultimo minuto», spiega il dottor Gnanago, «dopo aver tentato di curarli con rimedi tradizionali. E quando arrivano qui, i bambini sono già in condizioni gravi».
Il programma nazionale di lotta alla malaria in Costa d’Avorio, commenta padre Matteo Pettinari, missionario della Consolata responsabile del centro di salute di Dianra, fornisce test e trattamenti per la malaria in modo gratuito. Ma se i pazienti aspettano troppo prima di andare al centro, le terapie di base non sono più sufficienti.

Per questo, continua padre Matteo, «avere a disposizione le sacche di sangue e poter effettuare trasfusioni ci permette di salvare vite: delle 579 sacche di sangue di cui il nostro centro ha potuto disporre nel 2022, solo 9 sono state usate per le donne ricoverate in maternità mentre 570 sono andate ai pazienti del dispensario. Di queste, 556 sono state usate per curare bambini in anemia severa: un’enormità».

Dall’articolo: Malaria: meglio, ma non basta
https://www.missioniconsolataonlus.it/malaria-meglio-ma-non-basta/

Nel 2021 Padre Matteo aveva raccontato alla rivista Missioni Consolata la prima trasfusione  a Dianra Village resa possibile dalla banca del sangue:

Una banca del sangue di Dianra

Al centro di salute Joseph Allamano di Dianra, in Costa D’Avorio, è in corso un progetto, sostenuto da un donatore privato e seguito da padre Matteo Pettinari, che si concentra sulla formazione del personale, sul miglioramento dei servizi del dispensario, come il trasporto dei pazienti, e sul sostegno delle attività legate alla salute infantile. Ma la parte del progetto che aggiunge al centro di salute un servizio fondamentale è quella della banca del sangue e delle trasfusioni. Avviata lo scorso settembre – dopo che ad agosto era arrivato il frigo per la conservazione delle sacche di sangue ed era stata completata la necessaria formazione del personale del centro -, la banca del sangue ha un ruolo fondamentale nel contrastare patologie, come l’anemia infantile strettamente legata alla malaria che è endemica nella zona.

Prima di questo intervento, spiegava nel progetto padre Matteo, era necessario andare nei centri trasfusionali più vicini, dai 30 ai 200 km di distanza su strade spesso impraticabili. «Ora, dal 14 settembre, data della prima trasfusione, a oggi», scriveva padre Matteo il 27 ottobre, «abbiamo già utilizzato 50 sacche di sangue: di queste, tre per trasfusioni a donne nel reparto maternità, le altre 47 sono tutte andate a bambini fra 0 e 5 anni».

Dall’articolo: 2021, un anno di progetti, nonostante la pandemia.
https://www.missioniconsolataonlus.it/2021-un-anno-di-progetti-nonostante-la-pandemia/

Le foto del progetto
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